Le nuove manovre sul Metodo A.S.P.

La caratteristica delle nuove manovre del metodo A.S.P. rispecchia il nostro modo di concepire la riabilitazione.

Molte sequenze motorie che prima potevano sembrare statiche nella loro esecuzione trovano ora una loro evoluzione dinamica. Nel senso che una manovra, che sia essa una presa o una sequenza motoria, ha la possibilità di proseguire dinamicamente verso un’altra sequenza che racchiude in sé una valenza riabilitativa superiore o semplicemente diversa. Non vediamo allora più un trattamento fatto di sequenze separate le une dalle altre, ma piuttosto composto da un concatenarsi di manovre.

L’evoluzione del metodo A.S.P. nasce, quindi, dall’esigenza di andare oltre una semplice sequenza motoria introducendovi una certa dinamicità.

Manovre e varianti di sequenze del metodo A.S.P. (Approccio Sequenziale e Propedeutico)

La presa che già conoscevamo come “presa scapolare” può essere rivista e resa più pratica con la “presa ascellare“.

Presa ascellare

Obiettivo

La presa scapolare veniva utilizzata per effettuare lo scivolamento e il rullamento. Abbiamo visto che spesso in maniera del tutto naturale effettuiamo una presa ascellare che ha la caratteristica di riuscire ad imprimere sul corpo uno scivolamento maggiore.
Ma se vogliamo poi abbinarvi anche un affondamento maggiore allora il fisioterapista potrà effettuare una “presa alternata”.

Modalità di esecuzione

Paziente supino con eventuali ausili sotto il cavo popliteo, il fisioterapista pone una mano sotto il cavo ascellare e una mano sulla SIAS. Semplicemente alzando la mano del cavo ascellare si otterrà un affondamento del corpo dal lato opposto dove vi è la mano sulla SIAS.

 

Evoluzione della sequenza

A questo punto in maniera dinamica il fisioterapista può utilizzare questa presa per arrivare ad una situazione di questo tipo: sfruttando la mano ascellare il fisioterapista porta il paziente in posizione verticale. La mano ascellare può essere utilizzata anche per una eventuale controllo del viso del paziente affinché non vada sott’acqua, più propriamente nei casi in cui abbiamo pazienti con scarso controllo del capo. La mano sul fianco avrà la funzione di controllare nonché mantenere affondato il corpo del paziente.

Siamo arrivati in maniera dinamica ad una nuova sequenza motoria con nuovi obiettivi: eccentrica sulle catene laterali del tronco; lavoro sulle scoliosi neurogene (ponendo la concavità verso il basso), allungamento muscolare.

presa affondamento metodo A.S.P.

Presa sottoscapolare a due mani

Questa nuova presa è da intendere come una fase preparatoria alla spinta sul fisioterapista.

Obiettivo

Quando ci troviamo di fronte un paziente con una spalla congelata o bloccata, di natura centrale o ortopedica, non possiamo pretendere di poter effettuare subito la sequenza di spinta sul fianco del fisioterapista, ma dovremo preparare le strutture.

Modalità di esecuzione

Paziente supino con ausili sotto il cavo popliteo ed eventuale ausilio sotto il collo. Il fisioterapista pone entrambi i palmi delle mani sotto alla scapola. Facendo scivolare il corpo del paziente mantenendo la scapola con le mani, otterremo un’apertura della scapola ed una mobilizzazione della stessa sul piano toracico.

Evoluzione della sequenza

La sequenza prosegue con la spinta sul fisioterapista e anche qui abbiamo portato una piccola variante nella fase iniziale. Variante nella fase iniziale di spinta con il braccio sul fianco del fisioterapista: nella posizione di partenza, che tutti conosciamo, quando ancora l’arto si trova parallelo al piano dell’acqua, il fisioterapista può mettere il palmo della sua mano sotto la scapola opposta alla spalla da trattare. In questo modo potrà agire sempre in maniera indiretta sulle strutture della spalla da trattare, cercando di portare la scapola opposta in direzione laterale.

L’obiettivo di tali sequenze sarà quello di preparare una spalla bloccata e dolorosa agendovi in maniera indiretta sfruttando le altre parti del corpo e ovviamente l’acqua e preparare il paziente alla spinta sul fianco o sul braccio del Fisioterapista.

Piano toracico

Eccentrica delle catene posteriori- variante

Modalità di esecuzione

La variante in questa sequenza già utilizzata sta nella modalità di esecuzione: cambiando la posizione della ciambella dietro la schiena del paziente varia la difficoltà.
Mettendo la ciambella dietro la schiena la difficoltà sarà minima nel controllo degli arti inferiori; mano a mano che sposto la ciambella verso gli arti inferiori la difficoltà aumenterà.

Obiettivo

L’obiettivo sarà dunque di partire da una situazione facilitante per creare un crescendo in difficoltà e chiedendo un impegno maggiore da parte del paziente.

 

 

Paziente in ginocchio

Modalità di esecuzione

Paziente in ginocchio in acqua bassa con appoggio degli arti superiori su ciambelle. Il fisioterapista si pone speculare al paziente. Affondando le ciambelle il paziente si destabilizza.

Obiettivo

L’obiettivo sarà di mantenere il controllo del tronco nel momento in cui si affondano gli ausili, e ridare carico quando si riportano le ciambelle in superficie.

Evoluzione della sequenza

Tale sequenza può evolversi nella posizione a cavaliere. Affondando le ciambelle il paziente svincola un arto e lo porta in avanti mentre il fisioterapista con un piede blocca l’arto opposto.
Esercizio valido sia nei pazienti mielolesi che nei pazienti di tipo ortopedico.

Ulteriore evoluzione, usata soprattutto nei casi ortopedici, è la rimessa in carico. Dalla medesima posizione il paziente può staccare l’arto posteriore e rimanere unicamente in carico su quello anteriore.
Il Fisioterapista blocca il piede in appoggio e mettendo le sue mani su quelle del paziente può indurre contrazioni concentriche, eccentriche, aumentare il carico, aumentare la flessione di caviglia dell’arto in appoggio.

Paziente in ginocchio

Ciambella sotto al sedere supino in acqua bassa

Sequenza del tutto nuova con grandi valenze riabilitative sia in ambito ortopedico che neurologico.

Modalità di esecuzione

In acqua bassa paziente supino con ciambella sotto al sedere e piedi poggiati sul fondo. Il paziente dovrà fare dei passi sia andando in avanti che indietro. Andando avanti arriva con il tallone per primo in appoggio e con il resto del piede effettua un movimento come per afferrare il fondo per poi trazionare il resto del corpo.
Andando indietro invece dovrà effettuare una spinta con tutto l’arto inferiore. Il tutto controllando la ciambella e abbinando la respirazione.

Si capisce l’enorme lavoro muscolare nonché di stabilizzazione articolare sugli arti inferiori.

Le varianti possono essere effettuate: con paziente seduto in acqua bassa e ciambella sotto il sedere o in posizione supina, disteso sulla superficie dell’acqua in galleggiamento, spostando le ciambelle da sotto al sedere a dietro la schiena; variando la posizione degli arti superiori mettendoli in alto fuori dall’acqua, indietro o abdotti sulla superficie dell’acqua.

Manovra ciambella

Evoluzione di gambe a bordo vasca

Un’evoluzione dinamica di tale sequenza è stata utilizzata molto nelle paralisi ostetriche. Il paziente non ha più un punto fisso con le gambe sul bordo della piscina, ma ha un punto semi-mobile rappresentato dalla ciambella sotto al sedere.
La sequenza per gli arti superiori sarà la stessa, ma con una difficoltà maggiore che consiste nel controllare la ciambella e il tronco.
Così ogni compenso della spalla sul corpo si tradurrà nella perdita della ciambella.

Evoluzione gambe a bordo vasca

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