Trauma cranico: riabilitazione in acqua con l’Idrokinesiterapia

Il fisioterapista si occupa della riabilitazione in acqua o idrokinesiterapia con la finalità di ripristinare e migliorare le capacità motorie del paziente affetto da esiti di trauma cranico.

Su indicazione del medico specialista, il fisioterapista valuta il livello di acquaticità del soggetto, la situazione neuromotoria e neuropsicologica, prepara un progetto terapeutico personalizzato, stabilisce la durata e la frequenza delle sedute, segue il piano di trattamento e valuta i risultati raggiunti.

L’idrokinesiterapia può essere inserita nel progetto riabilitativo come programma autonomo o integrato al programma riabilitativo in palestra.

Con le moderne vasche terapeutiche sono stati ben risolti i problemi di spazio, profondità, entrata e uscita dei pazienti.

Obiettivi idrokinesiterapia nel paziente affetto da esiti di trauma cranico

Secondo lo stato di evoluzione del paziente con trauma cranico (stato vegetativo, fase delle minime risposte, fase degli esiti), il trattamento in acqua viene impostato in modo differente.

Nello stato vegetativo e nella fase delle minime risposte, il trattamento in acqua ha i seguenti obiettivi:

  • migliorare il livello di coscienza
  • recuperare l’articolarità
  • diminuire la spasticità
  • migliorare il trofismo cutaneo
  • ridurre gli edemi
  • migliorare l’attività respiratoria
  • migliorare la sensibilità

Per quanto riguarda il trattamento del paziente con minima responsività, gli esercizi avranno un livello di difficoltà maggiore, richiedendo al paziente una partecipazione, per quanto possibile, attiva.

Nella fase degli esiti, aumentando il livello di coscienza del paziente, si possono proporre esercizi che richiedono una maggiore partecipazione. Il trattamento varia secondo l’evoluzione della patologia con l’obiettivo di:

  • ridurre la spasticità;
  • ridurre la rigidità articolare;
  • migliorare i problemi di equilibrio;
  • migliorare il reclutamento muscolare;
  • migliorare la sensibilità

 

 

Fase delle minime risposte

Il paziente è ad occhi aperti e segue con gli occhi. E’ presente il ritmo sonno-veglia, i movimenti possono essere finalizzati; vi è contatto con l’ambiente. Tutto ciò avviene in modo saltuario e incostante.

Fase degli esiti

Il paziente ha ripreso pienamente il contatto con l’ambiente. Vi è collaborazione con il fisioterapista; residuano deficit motori e cognitivi che devono essere riabilitati.

Fase dello stato vegetativo

Il paziente è a occhi aperti e presenta movimenti spontanei degli occhi; è presente il ritmo sonno-veglia; vi possono essere movimenti non finalizzati agli arti; non c’è contatto con l’ambiente.

Stato di evoluzione del paziente affetto da esiti di trauma cranico e indicazioni alla terapia

Nel programma riabilitativo del paziente affetto da esiti di trauma cranico, il trattamento riabilitativo in acqua ha una grande importanza ed è completamento riabilitativo neuromotorio e neuropsicologico. Secondo lo stato di evoluzione del trauma cranico vi saranno indicazioni ed esercizi diversi.

Controindicazioni  sulla riabilitazione in acqua del paziente affetto da esiti di trauma cranico

Particolare attenzione dovrà essere posta nel caso il paziente presenti una o più delle seguenti patologie:

  • stati settici o febbrili
  • incontinenza urinaria o fecale
  • insufficienza respiratoria, insufficienza cardiaca;
  • coronaropatie instabili
  • ipertensione o ipotensione non controllata;
  • epilessia non controllata;
  • perforazione del timpano;
  • presenza di cannula tracheale;
  • ustioni e dermatiti infettive.

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