Il ruolo della riabilitazione in acqua nell’emiplegia stabilizzata

Nel caso di pazienti affetti da esiti di lesioni motorie croniche e grave spasticità, la riabilitazione in acqua potrebbe rappresentare il giusto stimolo a ritrovare motivazione verso il recupero.

Scopo dello studio

La finalità di questa ricerca è stata quella di valutare se nel gruppo analizzato di pazienti affetti da esiti di emiplegia stabilizzata, la riabilitazione in acqua abbia portato un miglioramento significativo.

Materiali e metodi

Criterio di inclusione del campione

Soggetti affetti da primo ictus cerebrale a causa di malattia cerebrovascolare con esordio databile prima di sei mesi dall’inizio del trattamento in acqua presso il Centro In Aqua di Piacenza. Ogni paziente ha dovuto firmare il consenso informato.

Trattamento

Il ciclo di trattamento in acqua ha compreso dalle dieci alle venti sedute di 40 minuti ciascuna e in ogni caso ha dovuto essere a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

Periodo di sperimentazione

Sei mesi (febbraio-luglio 2014).

Strumenti di valutazione

Sono stati utilizzati strumenti che potessero misurare il recupero a livello della menomazione motoria (Motricity Index, Scala della spasticità secondo Ashworth modificata), a livello della disabilità (FIM, Tinetti, WT6 mnt con misurazione della frequenza cardiaca) e a livello della qualità di vita (Euroqol Quality of Life Scale – EQLF – Short Form 36 Health Status Survey).

Analisi statistiche

Il modello seguito nello studio è di tipo prospettivo e sono stati considerati campioni appaiati. Le caratteristiche cliniche e funzionali del gruppo, valutate all’inizio e alla fine del trattamento, sono state espresse come media e deviazione standard delle variabili numeriche. Per definire il potenziale riabilitativo sono state impiegate le differenze tra i punteggi totali di inizio e fine trattamento ed è stato applicato il t di Student, al fine di valutare la significatività statistica (considerata per valori di p uguale minore 0,05).

Risultati

Caratteristiche del gruppo di pazienti analizzato

Nello studio sono stati arruolati dieci pazienti affetti da emiplegia cronica con le caratteristiche mostrate in tabella.

Tabella gruppo pazienti analizzato

Risultati ottenuti

In base all’analisi dei dati, pur avendo considerato un test a due code, si è evidenziato che tutti i pazienti hanno ottenuto un out come migliore in tutte le variabili considerate, confermando così che la riabilitazione in acqua ha migliorato la situazione clinica, funzionale e la qualità di vita dei pazienti affetti da emiplegia stabilizzata.
Per individuare in quali aree la riabilitazione in acqua possa assumere un ruolo fondamentale all’interno di un progetto riabilitativo, abbiamo eseguito una valutazione comparata dell’entità del recupero mettendo a confronto le variazioni del livello fra l’inizio e la fine del trattamento. La t risulta statisticamente significativa con p< 0,001 per tutte le differenze delle medie dei punteggi ottenuti, a eccezione della frequenza cardiaca (p< 0,01) e dell’EQLF (p= 0,01).
In particolare all’interno della FIM, della Tinetti e della Motricity Index gli item che hanno generato la significatività con p< 0,001 sono stati:

  • FIM:

-mobilità: trasferimenti vasca o doccia

-locomozione: cammino e scale

  • Tinetti:

-deambulazione: inizio del cammino

-equilibrio: spinta sullo sterno.

  • Motricity Index:

-arti superiori: flessione del gomito

-arti inferiori: estensione del ginocchio e flessione dell’anca.

Le attività che hanno avuto un incremento maggiore e molto simile sono l’equilibrio e la deambulazione. Una notevole diminuzione si è riscontrata nella spasticità, probabilmente correlabile con un aumento della motricità (MI) e con una diminuzione del carico assistenziale (FIM).

Altro parametro riscontrato è stata la diminuzione della frequenza cardiaca (prima dopo WT) anche se con una significatività minore; tale risultato potrebbe mostrare un legame con la diminuzione della spasticità.

 

Discussione

Dall’analisi dei risultati risulta che le attività in cui la riabilitazione in acqua ha avuto un ruolo fondamentale sono state l’equilibrio, la deambulazione e la diminuzione della spasticità.

Effetti sull’equilibrio

L’intervento riabilitativo in acqua è improntato:

  • sulla correzione dei recettori alterati e quindi sulla riprogrammazione del sistema tonico-posturale (Cirillo ed al. 2002);
  • su una più omogenea ripartizione del carico sugli arti inferiori con conseguente riduzione dello spostamento laterale del centro di gravità, percezioni lontane nel ricordo del paziente (Nardone 1998)

Effetti sulla spasticità

Sono riconducibili a:

  • calore dell’acqua;
  • possibilità di eseguire i movimenti con meno sforzo.

La diminuzione della spasticità si traduce in una maggiore facilità d’esecuzione dei movimenti, soprattutto in termini di una diminuzione del costo energetico (Zamparo ed al 1998), e in una maggiore autonomia in alcune attività, prima fra tutte la deambulazione, sul piano sia qualitativo sia quantitativo.

Effetti sulla deambulazione

Sono dovuti a:

  • diminuzione della spasticità;
  • correzione di eventuali asimmetrie del carico sugli arti inferiori.

Tutto questo spiega il miglioramento della percezione della qualità della vita nelle voci che richiamano la fatica e l’affaticamento.
Questo risultato completa le conclusioni tratte recentemente da Lambeck (2004), il quale afferma che l’idroterapia può migliorare la situazione del paziente neurologico solo nella fase post acuta della malattia.

Conclusioni

Considerando tutti i limiti di questa tesi (inesperienza, numero ridotto di pazienti valutati, mancanza di gruppo di controllo, mancanza di follow-up), credo comunque di aver dimostrato l’ipotesi iniziale e che questo sia da considerarsi uno studio campione, a fronte anche della carenza bibliografica sull’argomento. Studi di lavoratori hanno, inoltre, dimostrato che il recupero della funzione continua ad avvenire anche più di cinque anni dopo l’insorgenza dell’ictus (Davies, 2000), quindi ritengo che la riabilitazione in acqua possa considerarsi un valido supporto alla riabilitazione tradizionale.

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