Idrokinesiterapia con un paziente operato di Laminectomia Vertebrale

Il paziente si presentava con una deambulazione completamente rigida, difficoltà a salire le scale, astenia agli arti inferiori e grande difficoltà nel mettere e levare le calze e calzature, un’ulteriore problema è stato il grande timore dell’acqua.

OBIETTIVI PRINCIPALI

  • Acquaticità
  • Mobilità articolare
  • Rinforzo arti inferiori
  • Dissociazione dei cingoli per migliorare il passo.

 

 Sequenza 1

Paziente di schiena bordo vasca con braccia sul bordo, gambe su step; si effettuano variazioni dei volumi polmonari, in base all’acquaticità raggiunta dal paziente con l’immersione progressiva del corpo si otterrà in espirazione l’allungamento della catena posteriore. Il terapista fa eseguire la sequenza fino al totale rilassamento del paziente con una presa ai cingoli frontale al paziente per una maggiore sicurezza.

Sequenza 2

Di schiena al bordo con il tallone fuori dallo step posizionato ad una altezza adeguata a secondo del grado di articolarità del paziente, si eseguono esercizi per allungamento della catena posteriore ischio tibiali con tecnica 3×3 prima dx e poi sx, il terapista è sempre frontale e posizionerà una ciambellina sotto il tallone della gamba che eseguirà l’esercizio e l’altra mano sulla rotula della gamba in appoggio per favorire il feedback della contrazione del quadricipite lavorando così sia sull’escursione articolare che sul rinforzo della gamba in appoggio.

Frontale al bordo vasca con ciambella sotto il piede prima dx poi sx con il controlaterare disteso e tallone ben a terra controllato dal terapista, si effettuano contrazioni con la tecnica 3×3 per allungamento dei gemelli controlaterali e degli ileo psoas omolaterali all’ausilio.

Sequenza 3

Con ciambella sotto la pianta dei piedi sempre con la tecnica 3×3 si esegue triplice flessione degli AAII sul tronco, il terapista sempre frontale al paziente, controlla l’arto flesso, la gamba distesa ed evita tutti i possibili compensi.
Dopo aver raggiunto un certo grado di acquaticità si è proposto lo stesso esercizio con mani al bordo, appoggio fisso delle gambe su di uno step ed affondamento del tronco con conseguente aumento dell’articolarità della catena posteriore.
Al fine di proseguire lo stesso obiettivo si aumentava la difficoltà con una sequenza di contrazione eccentrica sulle catene posteriori.

Sequenza 4

Essendo riusciti ad ottenere una buona fiducia ed un rilassamento globale del paziente si procederà con gli scivolamenti e le variazioni di assetto e flessione del busto.
Normalmente con un paziente così rigido si inizierebbe la seduta con tutte le metodiche di scivolamento e come obiettivo successivo quello di eseguire gli esercizi suddetti.
Data l’impossibilità emotiva e timore del paziente si è partiti dal combinare esercizi di sblocco articolare alla tecnica di contrazione e rilasciamento assistita dalla spinta idrostatica (3×3), a quelli di ambientamento per poter successivamente portare il paziente in posizione prona per eseguire scivolamenti ed esercizi di equilibrio in massima tranquillità.

Questi esercizi hanno portato il paziente ad appassionarsi all’acqua al punto di voler, a 65 anni, imparare a nuotare.

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